Dal Rinascimento all’Unità d’Italia
Nel 1434, Cosimo de’ Medici (Cosimo il Vecchio) assume il controllo di Firenze dando inizio alla dinastia dei Medici. Mecenate e uomo di grande cultura, Cosimo il Vecchio richiamò a corte un gran numero di artisti inaugurando quella rigogliosa fioritura culturale che impegnerà il Rinascimento fiorentino.
Firenze diventa in questo periodo il più innovativo centro artistico d’Europa, culla delle più prestigiose Università tra XIV e XV secolo. Nel 1452, con la nascita di Leonardo da Vinci (1452-1519), si assiste allo sviluppo completo di tutte le arti e le scienze.
Siamo nel periodo di massimo splendore dei Medici, durante il regno di Lorenzo il Magnifico (1449-1492), nipote di Cosimo. Lorenzo era uomo giusto e sovrano illuminato, oltre che colto e amante. Dotato di un’innata abilità diplomatica, alla morte del padre Piero il Gottoso nel 1469, a 20 anni Lorenzo assume la signoria di Firenze insieme al fratello Giuliano che subito dopo gli lascerà il potere.
Dal 1469 al 1472 Lorenzo riformò le istituzioni statali e sopì le rivalità tra le famiglie fiorentine conquistando il favore della popolazione.
Lorenzo è un vero Principe Rinascimentale: concentra nelle sue mani potere politico ed economico, amore per l’arte e per la cultura, tanto che la sua corte si affolla presto degli artisti più famosi del momento, tra cui Michelangelo (1475-1564), Pico della Mirandola (1463-1494), Angelo Poliziano (1454-1494), Luigi Pulci (1432-1484), Antonio del Pollaiolo (1429-1498) e Sandro Botticelli (1445-1510).
Ma alla morte del padre di Beatrice Borromei, moglie di Giovanni de’ Pazzi (1447), Lorenzo attirò su di sé l’ira dei Pazzi promulgando una legge che vietava loro di mettere le mani sull’eredità dei Borromei.
Ira che sarebbe sfociata nella “Congiura dei Pazzi“: il 26 aprile 1478, Lorenzo e Giuliano de’ Medici vengono accoltellati nel Duomo di Firenze da un gruppo di nobili capeggiati dalla famiglia dei Pazzi. Giuliano muore e Lorenzo si salva grazie a un’insurrezione popolare spontanea.
Gli avversari politici vengono uccisi o torturati dal popolo ma Papa Sisto IV, alleato con i Pazzi, scomunica Lorenzo aggravando irrimediabilmente la frattura tra i Medici e la Chiesa.
Da una parte c’è l’alleanza tra il papa, Ferdinando I di Napoli e la Repubblica di Siena, dall’altra quella tra Firenze, Milano e Venezia.
L’ostilità tra le due opposte fazioni culminerà in una guerra che vedrà trionfare il re di Napoli. Nel 1478 Ferdinando d’Aragona invade il Chianti e assedia il castello di Rencine. Lo seguono Castellina che cade il 18 agosto e Radda. Infine toccherà a Brolio.
Lorenzo si reca a Napoli e riesce a convincere Ferdinando I delle sue ragioni. Si riappropria così della Toscana e convince il re di Napoli a sciogliere l’alleanza con il papa. Sisto IV, ormai solo, nel 1480 offre la pace a Firenze. Poco dopo l’istituzione a Firenze del Consiglio dei Settanta, l’ascesa al papato di Innocenzo VIII lega indissolubilmente Lorenzo al papa.
Alla morte di Lorenzo, il 9 aprile del 1492, la signoria passa al figlio Piero di Lorenzo, evento che precipita Firenze in una situazione di arretratezza e di declino, fino a che, nel 1494 Carlo VIII di Francia invade la penisola italiana conquistandola. La signoria viene sostituita dalla repubblica, guidata da Girolamo Savonarola.
Nel 1512 tornano a Firenze i Medici capeggiati da Giuliano. Sarà però una parentesi breve: Giuliano verrà cacciato nel 1527 per poi tornare nel 1530 grazie a un assedio papale imperiale.
Nel 1537 assume il potere Cosimo de’ Medici, che conquista Siena nel 1555. Con la vittoria di Firenze su Siena, il Chianti ritrova un lungo periodo di pace e gli abitanti possono finalmente riscoprire l’amore per la coltivazione della terra: si diffonde la coltivazione delle vigne e si comincia a produrre il vino.
Pochi anni dopo, nel 1569, papa Pio V conferisce a Cosimo il titolo di Granduca di Toscana. Il governo di Cosimo è spietato ma illuminato: Cosimo in pochi anni risana le finanze e costruisce gli Uffizi.
Settecento
Il Granducato dei Medici continuerà a resistere seppur barcollante fino al 1737, anno in cui muore Gian Gastone. Dopo tale data, il titolo di Gran Duca di Toscana va a Francesco, duca di Lorena e marito di Maria Teresa d’Austria.
Sarà Pietro Leopoldo, nel 1765, a prendere il potere. Egli migliorerà l’amministrazione statale sotto tutti i punti di vista e inaugurerà la pratica del Grand Tour: giovani europei cominciarono a viaggiare tra i tesori artistici della Toscana o a trasferirsi qui.
La dominazione austriaca termina nel 1799 con l’entrata a Firenze di Napoleone.
Ottocento
Firenze viene nominata capitale del regno d’Etruria, sotto il governo di Ludovico di Borbone. Nel 1807, Napoleone scioglie il Regno d’Etruria e assimila la Toscana alla Francia affidandola alla sorella Elisa, nominata Granduchessa.
A questo punto, Ferdinando III ripristina la pace e richiama alla corte di Toscana intellettuali del calibro di Byron e Shelley. La Toscana vive intensamente i moti progressisti del 1840 e soprattutto Lucca e Pisa diventano teatro di violente insurrezioni, a seguito delle quali nel 1859 Leopoldo viene cacciato.
Nel 1860 Toscana e Umbria si uniscono al regno di Piemonte. Nel 1865 viene fondato il Regno d’Italia: Firenze resta sede del governo fino al 1870, anno in cui la capitale viene spostata a Roma.